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Impianto Disoleazione per attività Autodemolizione Rottamazione

Approfondimento sugli Impianti di Disoleazione per le attività di Autodemolizione Rottamazione.

Per le Acque Meteoriche di Dilavamento

L'Impianto di Disoleazione per Attività di Autodemolizione e Rottamazione è un sistema specifico per il trattamento in continuo delle acque meteoriche di dilavamento generate dallo sgrondo di pezzi meccanici, blocchi motore e rottami ferrosi giacenti su aree impermeabilizzate scoperte, dove la presenza di oli minerali, idrocarburi, fanghi e solidi sedimentabili rende necessario un processo di separazione dedicato prima dello scarico. In questo contesto le acque reflue di dilavamento vengono considerate acque meteoriche per le quali l'inquinamento non si esaurisce nelle sole acque di prima pioggia ma si prolunga per l'intero evento meteorico, imponendo un dimensionamento dell'impianto di disoleazione basato su parametri idraulici e normativi specifici per autodemolitori, rottamatori e piazzali industriali soggetti a carichi oleosi elevati. L'impianto viene progettato in conformità alla D.G.R. 1860/2006 Emilia‑Romagna e al D.Lgs. 152/06, nonché alle linee guida tecniche regionali per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento, al fine di garantire il rispetto dei limiti di scarico e la compatibilità ambientale delle attività di rottamazione e stoccaggio rottami.
Dal punto di vista costruttivo, l'impianto di disoleazione per attività di rottamazione è generalmente realizzato tramite vasca o serie di vasche a comparti in cemento armato vibrato monoblocco, con calcestruzzo in classe di resistenza C45/55 o C50/60 e armature interne in acciaio ad aderenza migliorata integrate con rete elettrosaldata B450C, in modo da assicurare robustezza strutturale, tenuta idraulica e lunga durata in esercizio anche in presenza di cicli ripetuti di riempimento e svuotamento. La struttura è irrigidita da pilastri verticali e puntoni orizzontali in acciaio inox, mentre le superfici esterne in calcestruzzo sono protette da pittura elastomerica ad alta elasticità permanente e resistenza chimica, idonea a contrastare fenomeni di fessurazione e attacco da parte di soluzioni aggressive contenenti oli e idrocarburi. Il manufatto viene corredato da certificazioni di resistenza chimica e di reazione al fuoco in classe A1 rilasciate da organismo esterno secondo norme UNI EN, requisito essenziale per l'impiego in impianti di trattamento acque reflue industriali e in aree soggette a specifiche prescrizioni di sicurezza.
Dal punto di vista idraulico e funzionale, l'impianto di disoleazione acque per sistemi di trattamento rottami è configurato con almeno due comparti principali, completi di fori di ingresso e uscita, manicotti in PVC, deflettori in acciaio inox AISI 304 e setti interni in cemento armato vibrato progettati per favorire un flusso laminare e tempi di ritenzione adeguati alle prestazioni di separazione richieste. Nel primo comparto avviene la dissipazione dell'energia cinetica, la sedimentazione delle sabbie, dei fanghi e delle particelle pesanti trascinate dal dilavamento dei piazzali, con accumulo dei solidi sul fondo per consentire interventi periodici di espurgo controllato e mantenere la capacità utile della vasca. Nel secondo comparto si sviluppa la fase di disoleazione vera e propria: grazie alla differenza di densità tra acqua e oli/idrocarburi, le sostanze leggere tendono a flottare verso la superficie, dove vengono trattenute con l'ausilio di un filtro a coalescenza che favorisce l'aggregazione delle micro gocce oleose in gocce più grandi, migliorando l'efficienza di separazione anche in presenza di carichi concentrati tipici delle attività di autodemolizione.

Elemento fondamentale di un impianto o sistema di trattamento rottami è il dispositivo di chiusura automatica di tipo otturatore a galleggiante, interamente realizzato in acciaio inox AISI 304, che interviene al raggiungimento di un livello massimo di oli separati, bloccando lo scarico e impedendo che idrocarburi concentrati vengano rilasciati nella rete fognaria o nel corpo recettore in caso di superamento della capacità di accumulo. In configurazione completa, l'impianto di disoleazione per attività di rottamazione è quindi composto da vasca a comparti, deflettori, setti di separazione, filtro a coalescenza, otturatore di sicurezza e accessori di collegamento idraulico dimensionati in funzione della portata di progetto e delle condizioni di esercizio previste, con possibilità di integrazione di accessori aggiuntivi quali pozzetti di ispezione, prolunghe, chiusini carrabili e sistemi di monitoraggio.
Il dimensionamento dell'impianto di disoleazione per piazzali di autodemolizione si basa sulla determinazione della portata di calcolo delle acque meteoriche di dilavamento, funzione della superficie scolante S, dell'intensità di pioggia di riferimento i espressa in litri al secondo per metro quadrato, del coefficiente di deflusso Ca legato alla tipologia di pavimentazione e di eventuali coefficienti di ritardo Cr adottati dalle linee guida regionali. Per superfici impermeabili o con pavimentazioni in cemento e materiali a elevato ruscellamento, il coefficiente di deflusso assume valori prossimi a 1, mentre per piazzali permeabili, aree in ghiaia o stabilizzati si utilizzano coefficiente ridotti per tenere conto dell'infiltrazione nel suolo; l'intensità di pioggia fa generalmente riferimento ad un evento di progetto definito dalle linee guida ARPA e dalle delibere regionali per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento. Una volta definita la portata, il volume del disoleatore viene espresso come somma del volume di separazione e del volume di sedimentazione, con il primo calcolato mediante un tempo di separazione ts tarato sulla densità degli oli presenti (per gli autodemolitori tipicamente compresa tra 0,90 e 0,95 g/cm³) e sul carico di fango, e il secondo dimensionato in funzione del grado di accumulo di sabbie e particolato previsto (basso, medio o elevato).

Le tabelle di dimensionamento associate alle linee guida riportano, per diverse superfici scolanti, i valori indicativi di portata in litri al secondo e i corrispondenti volumi minimi di separazione e sedimentazione, consentendo di identificare in modo immediato la capacità totale della vasca di disoleazione necessaria per ogni classe di piazzale. Per piazzali impermeabili di autodemolizione e rottamazione vengono adottati tempi di separazione più elevati e volumi di sedimentazione adeguati ai carichi medi di fango tipici del deposito di veicoli, parti meccaniche e rottami metallici, mentre per piazzali permeabili di stoccaggio macerie e inerti si applicano coefficienti di deflusso inferiori ma si mantengono criteri cautelativi sui volumi per garantire l'efficacia del trattamento anche in presenza di particolato fine e materiali sospesi. Questo approccio consente di dimensionare il disoleatore in modo coerente con la D.G.R. 1860/2006, assicurando che il tempo di permanenza delle acque nei comparti sia sufficiente a favorire la sedimentazione e la separazione delle sostanze oleose prima dello scarico finale.
Dal punto di vista documentale, l'impianto di disoleazione per attività di rottamazione viene descritto nelle voci di capitolato come fornitura e posa in opera di vasca o vasche a comparti per il trattamento delle acque reflue di dilavamento di piazzali industriali, complete di indicazione della superficie di servizio, del volume utile, della conformità alle norme tecniche e di gestione qualità UNI EN ISO 9001 e sicurezza sul lavoro ISO 45001. Il corretto funzionamento richiede una gestione manutentiva programmata che preveda lo svuotamento periodico dei fanghi sedimentati nel primo comparto, l'asportazione degli oli accumulati nel comparto di disoleazione, la pulizia o sostituzione dei moduli di coalescenza e la verifica del dispositivo di chiusura automatica, così da mantenere inalterate nel tempo le prestazioni di separazione e assicurare il rispetto dei limiti di qualità delle acque di scarico stabiliti dalla normativa. In questo modo l'impianto di disoleazione per attività di rottamazione e autodemolizione rappresenta una soluzione tecnica completa per la gestione delle acque meteoriche di dilavamento, capace di coniugare requisiti costruttivi, conformità normativa, prestazioni di trattamento e affidabilità operativa sui piazzali industriali ad alto contenuto di sostanze oleose.